Entra in vigore la norma che obbliga a comunicare il nome di chi utilizza un’auto presa in prestito. Ma alla Motorizzazione il software necessario non è ancora pronto.
La solita storia italiana di leggi mal scritte e d’incapacità nell’applicarle. Dal 7 dicembre 2012, è in vigore la norma che introduce l’obbligo di comunicare alla Motorizzazione civile il reale utilizzatore dell’auto o della moto di cui un’altra persona sia proprietario.
Il nuovo articolo 247 bis del regolamento di esecuzione del Codice della strada, introdotto dal Dpr 198/2012, prevede che, nel caso il veicolo sia dato in comodato, il nominativo del comandatario debba essere annotato sulla carta di circolazione, a condizione che il prestito si protragga per più di 30 giorni.
Unici esentati i familiari conviventi. Non solo. Dice la legge che sul libretto debba essere annotata anche la “scadenza del relativo contratto” , con ciò presupponendo che vi sia un atto formale di cessione in comodato.
Mesi di gestazione non sono bastati a precisare chi debba adempiere a questo obbligo, in quali casi e come. Perciò, per gennaio inoltrato, è attesa una circolare della Motorizzazione.
La quale precisa che, nel frattempo, non succederà nulla, perché “le procedure informatiche necessarie sono in corso di realizzazione e, pertanto, al momento, non si rende possibile dar corso agli aggiornamenti dei dati d’archivio e dei documenti di circolazione dei veicoli in disponibilità, dei soggetti diversi dai relativi intestatari, con conseguente inapplicabilità delle sanzioni previste” (653 euro di multa e ritiro del libretto). All’italiana appunto.